Questo è il paradosso dell'amore fra un uomo e una donna:
due infiniti si incontrano con due limiti;
due bisogni infiniti di essere amati
si incontrano con sue fragili e limitate capacità di amare.
E solo nell'orizzonte di un amore più grande
non si consumano nella pretesa e non si rassegnano,
ma camminano insieme verso una pienezza della quale
l'altro è segno.
due infiniti si incontrano con due limiti;
due bisogni infiniti di essere amati
si incontrano con sue fragili e limitate capacità di amare.
E solo nell'orizzonte di un amore più grande
non si consumano nella pretesa e non si rassegnano,
ma camminano insieme verso una pienezza della quale
l'altro è segno.
-Rainer Maria Rilke-
Te lo ricordi quel bambino, papà?
Sì, me lo ricordo.
Secondo te sta bene, quel bambino?
Ma certo. Secondo me sta bene.
Secondo te si era perso?
No. Non credo che si fosse perso.
Ho paura che si fosse perso.
Secondo me sta bene.
Ma chi lo troverà se si è perso? chi lo troverà, quel bambino?
Lo troverà la bontà. E' sempre stato così. E lo sarà ancora.
Fiordi e cattedrali
nel deserto così vasto del mare…
Nodi di desideri soffocati.
Ma poi? Non saprei,
non ne converso affabilmente.
Forse di ricordi? Sì, e il mare
terso si rigonfia, si raccoglie in grembo
e si rialza. Ma sempre
a fatica
in un dolore atroce
a rimpiangere la bonaccia
in silenzio, così vasto, il mare…
Ho segnato sentieri nell’arida
brulla campagna. Impende dal cielo
un nembo un po’ nero un po’ falso.
Scomparse le tracce, i sentieri
gettano là, alle bare dischiuse.
Pronte ad accogliermi,
stanotte, ch’è guerra e martirio.
Infuria la neve d’inchiostro,
povertà d’occhi neri
pupille di terra bruciata.
Acqua
stanotte acqua. Sete.
Acqua di fonte sorgente,
cristallo di semi, figlia
del vero niente, della mai
raggiunta tregua.
nel deserto così vasto del mare…
Nodi di desideri soffocati.
Ma poi? Non saprei,
non ne converso affabilmente.
Forse di ricordi? Sì, e il mare
terso si rigonfia, si raccoglie in grembo
e si rialza. Ma sempre
a fatica
in un dolore atroce
a rimpiangere la bonaccia
in silenzio, così vasto, il mare…
Ho segnato sentieri nell’arida
brulla campagna. Impende dal cielo
un nembo un po’ nero un po’ falso.
Scomparse le tracce, i sentieri
gettano là, alle bare dischiuse.
Pronte ad accogliermi,
stanotte, ch’è guerra e martirio.
Infuria la neve d’inchiostro,
povertà d’occhi neri
pupille di terra bruciata.
Acqua
stanotte acqua. Sete.
Acqua di fonte sorgente,
cristallo di semi, figlia
del vero niente, della mai
raggiunta tregua.
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